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Ormai la stagione primaverile era passata e aveva lascito spazio a quella estiva con il suo caldo e le giornate allungate. La natura era nel suo pieno di fioritura e forza di vivere e anche gli animali erano più invogliati a girovagare a lungo sia in gruppo, che in solitaria. Dalla primavera appena passata erano nati diversi cuccioli d'ogni razza e lo si poteva vedere in ogni dove si andava; Elan nel suo viaggiare l'aveva notato e grazie a quelle due stagioni favorevoli nel tempo e nel tardare a divenire buio, aveva potuto andare in diversi posti grazie alla sua cavalla e raccogliere diversi semi e fiori da portare alla tribù natia. Era partito all'inizio dello sbocciare dei fiori nei grandi prati e ormai stava tornando, quando questi si abbuffavano di sole e passavano le giornate mossi lievemente da una brezza fresca. Per tagliare ed evitare le immense praterie, che al momento non erano consigliabili da percorrere, prese la via della spaziosa Foresta Interna e grazie ai suoi punti ben nascosti dalla vegetazione e dagli alti alberi, poteva viaggiare tranquillo e tenere il tutto sotto controllo. Era stato informato che la situazione tra le varie tribù non stava andando per il verso giusto e la cosa non gli andava molto a genio. Ne avrebbe parlato sia con suo padre che con i capi tribù al ritorno. Elan spronò la cavalla a seguire un sentiero illuminato appena dai grandi raggi di sole che entravano a fatica tra il folto degli alberi e con un trotto calmo, avrebbe raggiunto casa in mezza giornata...
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.Non sarebbe dovuta andarsene in giro per la Foresta, ne era perfettamente conscia.
Anche se si trattava della Foresta Interna, a molte leghe di distanza dal confine del fonte, era pericoloso andarsene in giro da soli… soprattutto se si era delle donne.
Lei però era diversa dalle altre, sapeva perfettamente come difendersi.
Aveva scoperto con stupore di possedere ancora quello strano potere, proprio di lei e Saba quando erano ancora uniti in uno stesso corpo.
Non l’aveva rivelato a nessuno, tantomeno allo stregone della tribù, preoccupata che potessero nuovamente scacciarla, additandola come diversa.
Già lo facevano, e la cosa le pesava in un modo dolorosissimo.
Aveva vissuto l’intera infanzia ed adolescenza a vagare per la Foresta Aperta, imparando gli usi ed i costumi delle tribù che popolavano quel territorio; perciò quelli della Foresta Interna non la vedevano di buon occhio.
Si sentiva estranea in quel posto, nonostante portasse i tatuaggi delle Linci impressi sulle guance come tutti gli altri della tribù.
Mangiava e si vestiva come loro, ma sarebbe sempre stata una straniera lì.
Alcuni insinuavano pure che lei fosse in combutta col nemico.
Sciocchezze.
Aveva cercato di convincerli del contrario, ma alcuni erano davvero tanto e troppo ostinati per capire.
Erano così diversi… così chiusi, così freddi e distanti.
Sospirò, chinandosi a raccogliere le erbe aromatiche che le servivano.
Stava allerta: non si sapeva mai.
Le mancava da morire, Saba.
Era rimasto sull’isola delle Foche assieme a Korel due estati prima, e da allora non si erano più rivisti.
Non sapeva se stava bene, se era felice, se era ferito o morente nella tenda di qualche stregone…
No si disse. L’avrebbe saputo se lui fosse morto.
L’avrebbe sentito.
Il loro legame era forte, quasi quanto quello di due gemelli.
Avevano vissuto così tanto tempo l’uno legata all’altro, dal poter affermare di conoscersi perfettamente a vicenda.
Non esisteva qualcosa che lei non sapesse di Saba e viceversa.
Odiava quella guerra.
Ancora non riusciva a capacitarsi del gesto compiuto dal Lince… e poi i Cormorani, il Profeta, quella scissione nelle due fazioni… Era tutto maledettamente sbagliato!
Avrebbero dovuto indagare… cercare di capire cos’era realmente successo, anziché campare supposizioni per aria.
Scosse la testa. Non sarebbe cambiato nulla arrabbiandosi.
Inspirò ed espirò alcune volte, cercando di regolarizzare il respiro e il battito del cuore.
Sprigionare un’onda d’urto era l’ultima cosa che voleva, in quel momento.
Uno scalpitio vicino la fece trasalire.
Schizzò in piedi guardando in tutte le direzioni, allarmata.
Chi c’è?. -
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Continuò il tragitto nella foresta in groppa alla sua cavalla, che ai fianchi portava dei panieri ben legati, contenenti molti semi di svariate piante da coltivazioni e fiori che potevano essere usati per le cure di malattie e ferite e anche cucinati. Ad un tratto l'equina annusò qualcosa e prese a nitrire nervosa e scuotendo la criniera come scossa da brividi, Elan subito bloccò le redini fatte di corda e si fermarono in una zona piuttosto incolta e dagli alberi alti che parevano toccare il cielo: intorno non si vedeva nulla, solo lo stormire degli uccelli e qualche lontano verso d'animale diminuivano la tensione...
<<buona...buona...>>
Disse con tono calmo il ragazzo dalla capigliatura castana e corta, mentre passava una mano sul collo della cavalla per far si di tranquillizzarla o non agitarla di più. Ci volle qualche minuto, ma alla fine una voce femminile si fece avanti e domando chi vi fosse: chi poteva mai essere? Il ragazzo balzò giù dalla cavalcatura e prendendo con una mano la corda legata al muso e alla testa dell'equino avanzò verso il punto in cui aveva udito quel richiamo; camminarono per diversi metri e alla fine dietro a dei cespugli scuri e sempreverdi si stagliò una figura di ragazza dai capelli raccolti in trecce e con delle erbe tra le mani...
<<salute a te sorella>>
Salutò Elan alzando la mano libera e guardando la sconosciuta con occhi neutrali e senza avvisaglie di guerriglia alcuna.... -
.Salute a te sorella. la salutò il ragazzo dei Corvi alzando la mano in segno di saluto.
Non aveva cattive intenzioni, lo capì dal suo sguardo; questo la rilassò un poco.
I Corvi erano alleati delle tribù della Foresta Interna.
Notò che con lui recava una grossa giumenta imbardata, con sulla groppa dei panieri.
Ancora non si era abituata a quella novità: alcuni guerrieri erano riusciti ad addomesticare i cavalli, ed ora li usavano come mezzi di trasporto.
Effettivamente, i grossi animali erano molto più rapidi che un uomo a piedi.
Alcuni avevano imparato a cacciare e combattere in groppa alle veloci prede, diventando così pericolosi guerrieri.
Anche Sitka, figlio della capotribù dei Cervi Rossi possedeva un grosso stallone nero, ricordò.
Sei solo? Dov'è il resto della tua tribù? gli chiese.
Che fosse un messaggero?
I guerrieri della tribù erano andati sul confine sud-est vicino al fiume... mentre i Corvi avrebbero dovuto essere a nord assieme ai Verri.
Il ragazzo però non sembrava un messaggero, tanto meno un guerriero.
Io sono Laklau , della tribù della Lince. Qual è il tuo nome?. -
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Visto che il ragazzo era tranquillo, la cavalla scrollò un poco il muso, per far si che la presa sulle sue corde venisse lasciata e potesse avvicinarsi ad una zona erbosa molto invitante e una volta raggiunta, iniziò a mangiare con calma. Elan osservò in silenzio quella giovane, doveva avere su per giù la su stessa età, e le parve più intimorita che vogliosa di iniziare un combattimento: ma il castano non aveva alcune idee belliche o di sprecare energie inutilmente. Infatti ella si avvicinò e si presentò come Laklau della tribù della lince e domandò come mai fosse solo e non vi fosse il resto della sua tribù: alzò le spalle e si grattò un attimo dietro la nuca...
<<io sono Elan della tribù dei Corvi. Sono un viaggiatore, ecco perchè sono solo>>
Disse semplicemente, andando a sedersi poi su una grossa radice che sbucava fuori dal terreno e percorreva un bel pò la via. Gli alti alberi davano una buona ombra per la loro ampia chioma verdeggiante e un leggero vento cominciò a muovere i cespugli e portando nuovi profumi. Chissà cosa stava facendo da quelle parte una ragazza delle Linci, forse il suo compito era quello di andare a scovare erbe e piante, come quelle che teneva in una mano...
<<è menta quella? Mi pare sia quella per le ferite>>
Domandò curioso.... -
.Si chiamava Elan, ed era un viaggiatore.
Molto probabilmente, era da molto che mancava da casa.
Questa guerra doveva per forza essere una novità per lui.
L'osservò sedersi su di una grossa radice, e lo studiò silenziosamente.
E' menta quella? Mi pare sia quella per le ferite. disse ad un certo punto il ragazzo, quasi spaventandola.
Al campo ci sono molti feriti. annuì.
Sei stato molto lontano? domandò in seguito, osservando la giumenta del giovane intenta a brucare della tenera erbetta poco più in là. Oltre le Montagne Alte? tentò, cercando di sviare il discorso.
Non amava parlare di se stessa, soprattutto con un perfetto sconosciuto.
E poi meglio non svelare troppo sulle condizioni della sua tribù: i Corvi erano loro alleati... ma era comunque bene non fidarsi.
Spirito, cosa stava diventando!
In passato aveva imparato ad essere guardinga per necessità, poiché le tribù l'avrebbero perseguitata sapendo della maledizione, ora che era una ragazza normale, invece si schermiva perchè terrorizzata da tutto e da tutti.
Aveva paura di quella guerra, sì.
Perchè, appunto, lei non era che una comunissima ragazza... appena acculturata sull'arte della medicina e del tutto negata con le armi. Con un potere sconosciuto ed indomito dentro.
Chissà se anche Saba lo possedeva?
Scacciò in fretta quel pensiero: doveva restare concentrata ed attenta sul suo interlocutore.. -
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La domanda sull'erba che teneva in mano, parve spaventare per un attimo la giovane e rispose che serviva per curare i tanti feriti della sua tribù: la menta era un buon impacco disinfettante e rinfrescante, quindi era una buona scelta. Elan non disse e non domandò alcun che, sapeva bene che era in atto una guerra, gli erano arrivati diversi pennuti addestrati recanti notizie e durante il suo viaggio aveva incontrato delle persone che gli avevano raccontato ciò che stava accadendo; quindi ne sapeva abbastanza, certo non le ultime notizie di quei giorni. Laklau cambiò discorso e anche quella volta non cambiò molto al giovane castano, tanto che ascoltò la domanda della sua provenienza e se mancasse da tanto: a quel punto lui si volse un attimo per orientarsi e infine indicò il sud dietro di loro, infondo alla foresta fitta...
<<vengo dalle montagne a sud, quelle brulle, hai in mente? In pratica manco dai primi giorni di primavera. Durante i periodi freddi resto nella tribù, ma appena la natura rinasce io parto>>
Disse Elan con tono tranquillo. In effetti era un bel pò che non tornava stabile al suo villaggio natio e sperava che non vi fossero troppi feriti o guai cui dover provvedere all'istante. Ma soprattutto si augurava che la sua famiglia stesse bene. Intanto la cavalla continuava a brucare con calma e si muoveva lenta per spostarsi qua e là in cerca di erba più fresca e verde, ogni tanto alzava la testa per guardare i giovani, ma subito tornava alla sua occupazione preferita.... -
.Vengo dalle montagne a sud, quelle brulle, hai in mente? In pratica manco dai primi giorni di primavera. Durante i periodi freddi resto nella tribù, ma appena la natura rinasce io parto. le spiegò tranquillamente il ragazzo.
Lak poteva soltanto immaginare quanta nostalgia di casa provasse, molto probabilmente era impaziente di tornare dalla sua tribù... meglio non trattenerlo, allora.
Ehm... se vuoi posso accompagnarti per un pezzo di strada... andiamo nella stessa direzione. propose un po' titubante.
Nonostante vivesse da ben due estati con le Linci, non aveva ancora ben imparato a relazionarsi con le persone.
La cosa un po' l'imbarazzava... le sembrava sempre di fare la figura della scema.
Ehm... hai trovato difficoltà a superare il confine? Sai com'è... col pericolo che le Tribù Libere attacchino, quella zona di Foresta è continuamente battuta da nostri guerrieri. decisamente: era impacciata.
Si sentiva in un certo senso infantile... cavolo! Era un'adulta, poteva esprimersi liberamente con chiunque, perchè si ritrovava a balbettare e a mugugnare come una bambina timida che si nasconde dietro le sottane della madre?
Saba si sarebbe messo a ridere, se solo l'avesse vista.
Hai un bel cavallo. Come si chiama? tentò ancora, spostando la sua attenzione sulla cavalcatura del giovane.
A lei erano sempre piaciuti i cavalli, però non sarebbe mai stata abbastanza coraggiosa da provare a salire sulla groppa di uno di loro.
Era creature sacre lì nella Foresta Interna, soprattutto i cavalli neri che abitavano la valle.
Non riusciva proprio a capacitarsi come quelle nobili creature avessero potuto scegliere di sottostare al giogo dell'uomo... probabilmente era più o meno la stessa cosa che era successo coi lupi, poi diventati docili cani.. -
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La giovane sembrava come imbarazzata per qualcosa, ma ad Elan non interessava molto, sicuramente stava pensando agli affari suoi e di certo non avrebbe messo il naso in ciò che non lo riguardava o attirava. Quando ella gli domandò se poteva accompagnarlo per un tratto di strada, il giovane fece un fugace sorriso gentile e si diresse verso la cavalla, prendendola per la briglia e tirandola a se e iniziando a camminare; riprese la strada che stava conducendo prima d'incontrare Laklau...
<<possiamo anche fare tutta la strada, tanto le nostre tribù non distano molto l'una dall'altra>>
Suggerì il ragazzo continuando a camminare davanti la giovane e tirarsi dietro l'equina che usava un passo calmo e si guardava in ogni dove incuriosita. Ad Elan non dispiaceva avere un pò di compagnia, infondo aveva passato gli ultimi tempi in solitaria e scambiare qualche chiacchiera o informazione sugli ultimi sviluppi poteva servirli, non solo per passare il tempo e ricordarsi come si tenevano dei contatti, ma anche per capire la situazione in atto. Il trio proseguì nel folto della foresta, seguendo quel sentiero battuto da chissà quanti anni e che portava i segni della civiltà umana e del suo passaggio: la natura era incontaminata e mandava tanti profumi freschi e di muschio, oltre che di fiori nascosti chissà dove e di acqua segreta di cui si udiva solo un lieve rumore. La sorella delle Linci domandò se aveva avuto dei problemi nell'affrontare il confine e superarlo, Elan prese a pensarci un attimo...
<<tutto sommato non ci sono stati troppi problemi. Ho incontrato dei guerrieri, ma hanno lasciato libero il mio cammino, un paio di loro m'hanno riconosciuto e spiegato che le varie tribù si stanno facendo guerra tra loro. Decisamente ci mancava solo questa seccatura. A mio parare vi è ben altro da pensare, che muovere battaglia inutilmente: tanto più che si provocano soltanto morti e feriti e per l'inverno sarà dilemma...>>
Ecco cosa pensava quel giovane della tribù dei Corvi. Per lui quella strana battaglia sfociata da non molto non avrebbe portato a niente, solo a perdite preziose di forse per i tempi freddi e duri. Bisognava continuare a vivere e provare ad aiutarsi a vicenda, invece stava accadendo tutto il contrario e sembrava che alla maggior parte andasse bene così. Elan continuò il suo addentrarsi nel sentiero e venne interrotto dai suoi pensieri alla nuova domanda di Laklau...
<<il suo nome è Nita, era di mio nonno...>>
Disse dando una scompigliata alla criniera della cavalla sorridendo al ricordo del suo vecchio parente tanto amato.... -
.Il ragazzo le disse che la cavalla si chiamava Nita, e che era di suo nonno.
Il suo sorriso le parve triste e nostalgico... molto probabilmente, l'anziano parte doveva essere morto.
Poteva ben capire come si sentisse, lei sola lo era stata per molto tempo.
Sai... non sono molte le persone capaci di domare un cavallo. Tuo nonno doveva essere davvero un grande cacciatore. disse, abbozzando un sorriso.
Le faceva piacere parlare con quel ragazzo, soprattutto perchè nessuno sapeva pressoché nulla dell'altro e poteva esprimersi tranquillamente senza preoccuparsi dei pregiudizi.
Era da tanto che non si sentiva così bene... libera di dire e pensare ciò che voleva.
Nella sua tribù tutti erano chiusi, freddi e guardinghi, sempre pronti a puntare il dito contro il prossimo se questo risultava "diverso" dal loro standard.
Io una volta sono riuscita a far mangiare un puledro dalla mia mano... ma poi son dovuta scappare via a gambe levate, perchè la madre mi aveva caricata credendomi un pericolo. Mi sono presa un certo spavento... ora non riesco più ad avvicinarmi tanto tranquillamente agli animali grossi. raccontò.
Era stata forse la più grande delusione della sua vita, quella: anche gli animali la cacciavano via.
La giumenta l'aveva attaccata credendola un pericolo per il suo piccolo, ne era cosciente, ma le aveva fatto male comunque.
Ancora una volta si era sentita ripudiata da quel mondo.
La tua cavalla però sembra molto docile e paziente. sorrise, avvicinando una mano al muso dell'animale.
La giumenta l'annusò, ed iniziò a tastarle il palmo con le labbra facendole il solletico.. -
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Il trio continuò a camminare lungo il sentiero e il ragazzo diede una mano alla fanciulla ad attraversare dei punti difficili, in cui dei massi si avvicinavano e stringevano il tragitto, o a saltare delle radici molto alte e insidiose che potevano far cadere o scivolare senza dare molta attenzione. La giumenta invece riusciva a cavarsela da sola, se andava più avanti si fermava ad aspettare i due umani o li richiamava con un leggero brontolio per non farli distrarre; Elan a ciò che disse Laklau su suo nonno, fece una piccola risata e si grattò una spalla...
<<mio nonno non cacciava molto, era più che altro un agricoltore e saggio della tribù. Sapeva tante cose e riusciva a capire abbastanza gli animali. Nita la trovò da piccola: era ferita ed era stata salvata da un'orsa che l'aveva condotta fuori da una foresta a nord, ecco il perchè il nome. Il nonno è riuscito ad avvicinarla e si è fatto suo amico...>>
Raccontò il ragazzo con un sorriso dolce, rivolto alla cavalla che muoveva a scatti la criniera e trottava a fianco dei ragazzi. La storia della fanciulla nei confronti degli animali di grossa stazza però fu diversa e tutto sommato, spiacque anche al castano quel suo passato...
<<sai, io credo che gli animali siano più intelligenti di noi e anche più spontanei. Nascono e vivono a contatto con la natura e la rispettano sempre; persino tra di loro sono più civili...>>
Disse Elan continuando il lungo sentiero che li avrebbe portati a casa. Osservò con interesse il fare di lei verso la giumenta, e questa si lasciò toccare e ricambiò con dolcezza e pazienza: in effetti Nita era molto paziente, soprattutto data l'esperienza avuta con il ragazzo, che di certo non era di facile carattere. Ormai si stava facendo pomeriggio e Elan fermò la traversata, vicino ad una zona d'ombra e di frescura e lasciò che la cavalla potesse mangiare dell'erba ancora bagnata di rugiada; poi estrasse da una delle bisacce della specie di pane tondo e giallo e lo divise a metà...
<<prendi, avrai fame>>
Offrì gentilmente il cibo con quella sorella appena conosciuta...
Edited by rune_starvel - 30/7/2015, 22:08. -
.Sai, io credo che gli animali siano più intelligenti di noi e anche più spontanei. Nascono e vivono a contatto con la natura e la rispettano sempre; persino tra di loro sono più civili…
Laklau annuì alle parole del ragazzo. Posseggono una saggezza unica, che per quanto noi ci sforziamo non riusciremo mai ad eguagliare.
Il sole del pomeriggio splendeva già alto nel cielo, sopra le fitte chiome degli alberi della Foresta Interna.
Elan decise di fermarsi per mangiare qualcosa.
Le offrì un pezzo di… strano cibo giallo e spugnoso.
Non le era mai capitato prima dì assaggiare un simile cibo, però era buono.
Ti ringrazio. disse, regalando un timido sorriso al ragazzo.
Tirò fuori dalla tasca un tortino di trota, dividendolo ed offrendone una metà al giovane.
Nella foresta Aperta quel genere di tortini erano soliti farli con il salmone, la loro era una variante – anche se lei preferiva i primi.. -
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La ragazza accettò il cibo che l'era stato offerto, all'inizio parve studiarlo ma alla fine lo mangiò e infine parve piacerle, a quel punto Elan fece un sorriso, ma poi tornò torvo come sempre. Anche a lui venne offerto qualcosa, sembrava una specie di torni con pesce e così provò la sua metà: non era niente male, anche se lui preferiva la carne o i frutti. Udì ciò che Laklau disse il suo pensiero sugli animali e si trovò perfettamente d'accordo con quella verità. I due mangiarono tranquillo e quando ebbero finito, il giovane si sedette con la schiena poggiata ad un albero li vicino e guardò la cavalla ancora impegnata a mangiare, ma alla fine prese anche lei a sedersi piegando le quattro zampe e infine avvicinò poggiò il muso sulle gambe del ragazzo e si addormentò...
<<ti va di riposare un pò? Io e Nita abbiamo viaggiato sin dal cielo rosa, e siamo un pò affaticati...>>
Elan si stava riferendo dell'alba e in effetti non li si poteva dare torto nel poter dormire un poco, prima di arrivare al villaggio: tanto ormai non erano molto lontani. Elan indicò alla fanciulla di sedersi vicino a lui e di non aver paura, non avrebbe mai fatto del male ad una sua sorella di tribù, anche se appartenevano a due diverse, ma pur sempre vicine l'un l'altra. Il giovane del villaggio del Corvo, sportò le braccia dietro la testa e prese ad ammirare la natura circostante...
<<grazie di aver diviso il cibo con me...>>
Lo disse in modo sincero e attese che ella gli si sedette accanto.... -
.Laklau gli sorrise di rimando.
Sono io che devo ringraziarti. Era da tanto tempo che non parlavo con qualcuno in modo così famigliare... quasi mi ero scordata quanto fosse bello farlo. disse sedendoglisi accanto.
Erano tempi bui, quelli.
Nessuno si fidava più del suo prossimo.
Anche l'amico più caro o un parente potevano essere sospettati.
Odiava tutto ciò... era folle.
Pura follia.
L'aria stessa che stavano respirando pareva putrida, carica di malattia.
Non so come andrà a finire questa guerra... ma credo che qualunque sia il modo porterà solo dolore ed ulteriore distruzione. Alcune volte mi viene pure da domandarmi se finirà mai. ammise.
Scosse la testa.
Si stava già nuovamente rovinando l'umore.. -
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Il ragazzo restò ancora seduto con la schiena rivolta all'albero scelto e lascio che Nita poggiasse il muso sulle sue gambe e s'appisolasse prima di lui; in quel momento si sentiva davvero stanco e una bella dormita ci voleva. Intanto la fanciulla si sedette accanto a lui e Elan sorrise rassicurante e in modo dolce; le parole di ella avevano purtroppo un fondo di verità: a causa di quella guerra ormai la fiducia verso gli altri s'era andata affievolendo e ognuno si guardava le spalle da tutti, una gran brutta faccenda, oltre ad essere anche stupida. Insomma, bisognava preoccuparsi di sopravvivere ai vari cambiamenti dei giorni che si susseguivano sempre e ovunque, e invece s'andava a complicarsi l'esistenza a quel modo. E per cosa poi? Il giovane della tribù del Corvo non la capiva proprio...
<<spero finisca presto. Non serve a nulla combattere tra di noi, per quale motivo poi? Non siamo eterni, perchè andare a rischiare la pelle in modo così...stupido?!>>
Fosse stato per lui, tutta quella faccenda sarebbe stata risolta all'istante e senza agire con armi o mani. Il dialogo sicuramente era la strada migliore, ma ormai aveva capito ch'era tutto inutile. Non tutti erano dotati d'intelligenza e famigliarità con le parole; davvero si era così indietro? In che futuro si andava? Elan non riusciva ad inquadrarlo affatto...
<<parlare è bello e serve a capire gli altri, non ti pare? E poi costa meno fatica! Se vuoi considerami come un fratello, vero ci conosciamo da poco, ma non riuscirei mai a farti del male o muovere guerra come gli altri. Non sono una pecora che segue la massa...>>
Sorrise ancora una volta e alla fine chiuse gli occhi rilassandosi....
Ritornando a casaRole tra Elan e Laklau |
